Spesso mi viene chiesto come nasce la mia passione per “la pietra” e normalmente rispondo: “quanto tempo hai?”. Perché c’è dietro una storia, una lunga storia. Qui la farò breve, almeno nei limiti del possibile
Negli anni ’40 Francesco “Ciccio” Masano è un instancabile scalpellino ed è lui ad “aprire bottega” a Misterbianco (Catania). “Ciccio” per me è nonno ciccio. Mette su una bottega artigianale in cui si realizzano opere in pietra bianca di Noto e Palazzolo. Capitelli per chiese, barbacani (in siciliano vengono detti “cagnoli”) e piccole finiture in marmo per abitazioni private. Durante i restauri del dopoguerra a Catania, molti dei capitelli posti in opera sono sue creazioni, per esempio.
Negli anni ‘60 a bottega da “Ciccio” Masano va Mario, il figlio. Mio padre era un “vivace” studente dell’Istituto d’Arte di Catania. Lui raccoglie il testimone del padre e negli anni ’70 amplia la bottega trasformandola in una azienda. Nuovi materiali, nuovi macchinari, nuove lavorazioni e nuovi punti di vista. Ciò che rimane immutata è la vocazione per la lavorazione artigianale su misura.
Negli anni l’azienda si specializza soprattutto nei lavori per committenze private: case e ville, ristoranti e negozi. Ma non mancano degli interventi su monumenti pubblici (come già fatto dal padre): il coro e il sagrato della cattedrale di Catania e alcuni altari nella Chiesa di San Giuliano in via Crociferi a Catania “subiscono” il suo intervento. Così come è opera sua il libro/monumento al poeta siciliano Giovanni Formisano, posto in piazza Majorana a Catania.
Tre generazioni di artigiani della pietra. Un laboratorio creativo di ideazione e produzione “sartoriale” su misura dove materiali, idee e necessità diventano forma quotidiana.
Quindi da dove nasce il mio amore per la pietra? Da mio nonno, da mio padre. È una questione familiare la mia, è qualcosa che ho da quando sono nata, senza un momento preciso in cui è nata, perché c’è sempre stata.
La storia continua che nel 2009 e di nuovo tempo di tornare “a bottega”: e stavolta tocca a me. Ho in tasca una laurea in “Storia e Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali” presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Reggio Calabria, cosa che, per fortuna, non mi ha evitato il periodo di “apprendistato pratico” in azienda sotto le direttive di mio padre. Seguendo le sue orme di mio padre decido, come da tradizione, di metterci del mio e metto su un mini-laboratorio di ceramica. Tra le altre cose seguo processi di progettazione e committenze di restauri, come nel caso del Cimitero Militare Germanico di Motta Sant’Anastasia (Ct).
Nel 2011 nasce Folk Lavastone: collezioni che hanno come materiale protagonista la pietra lavica. Nel 2015 nasce Folk + Ibridi, un presidio su Catania con un concept store aperto insieme ad Andrea Gangi, ideatore del brand di moda handmade Ibridi. Nel frattempo Folk Lavastone continua ad evolvere le sue serie ampliando i materiali usati e creando nuove collezioni. Nel 2017 un ulteriore mutazione e diventa Folk and Friends Concept store: al suo interno sono presenti le varie collezioni realizzate da Magda Masano e a rotazione creazioni di altri artigiani locali e non.
Arriviamo ai giorni nostri? Folk Lavastone diventa solo Folk (sia come nome del brand che come nome dello store di via San Michele a Catania) perché negli anni non è più solo la pietra lavica ad essere lavorata e anche se ho tenuto sempre con molto orgoglio quel “lavastone” ormai non sarebbe rappresentativo dell’intera produzione e mia attività
Per me Folk è uno “strumento” in cui si combinano ricordi e vissuti, colori e tradizioni, in cui la memoria diventa presente, si scontra col contemporaneo e trova espressione in collezioni di complementi d’arredo che percorrono suggestioni fatte da materiali, forme e funzioni differenti.
Il filo conduttore della mia produzione è proprio l’eterogeneità degli elementi, dei gradienti e degli obiettivi che rende omogeneo un gesto, una necessità e una urgenza creativa utile nel quotidiano, nel vivere gli spazi di socialità siano essi in residenze private o perimetri pubblici.
Il mio lavoro (e anche io, evidentemente) ha come corredo cromosomico il macrocosmo Sicilia con le sue stridenti contrapposizioni, i suoi bianchi e neri a tinte forti, i suoi colori ruspanti, i profumi distintivi, le bellezze ingenue, la sua straripante vita, i dolori mozzafiato che storicamente la perseguitano. Una Sicilia che è presente ma che sa anche rendersi invisibile quando necessario. Una Sicilia come una idea in cui non rimanere ingabbiati e schiavi. Una Sicilia che allarga le possibilità e non le preclude.
Caratteristica primaria di ogni pezzo Folk è la lavorazione manuale messa in atto con una vocazione artigianale e un’arte di saper fare che, appunto, si tramanda da tre generazioni e da 40 anni.
ps. In foto HearStone, il mio ultimo cuore realizzato per Wonder Time. Disponibile in tiratura ultra limitata, forse ormai anche già finita 😀